giovedì 29 novembre 2012

Pomigliano, Fiat riassume i 19 operai Fiom «Ingiustificato, privilegi rispetto agli altri»

POMIGLIANO D'ARCO - Ciro d'Alessio, 32 anni, è il primo operaio dei 19 metalmeccanici Fiom ad aver apposto la firma al contratto con Fip a Pomigliano d'Arco (Napoli). A orescadranmo i termini stabiliti dalla sentenza di reintegro della Corte d'Appello di Roma.«Il primo pensiero va ai 2300 ancora fuori - ha detto - siamo soddisfatti, ma non contenti, perché attendiamo il rientro di tutti. Oggi comincia il passo successivo».

«Adesso dentro la fabbrica - sottolinea Ciro D'Alessio - c'è anche la voce di chi è fuori». Dopo D'Alessio ha firmato anche Raffaele Manzo, il quale ha comunicato che per il 28 dicembre percepiranno anche la liquidazione dovuta per le dimissioni dal gruppo Fiat, e che il 10 dicembre, giorno della ripresa produttiva, dovranno incontrare gli addetti di Fiat service che renderà loro noto il da farsi.

La Fiat. L'assunzione a Pomigliano dei 19 iscritti della Fiom è «un'ulteriore penalizzazione per un'azienda che opera in un contesto di mercato molto sfavorevole». Lo afferma Fabbrica Italia Pomigliano, sottolineando che «sono del tutto ingiustificate dal punto di vista gestionale». L'assunzione dei 19 lavoratori garantisce alla Fiom «un passaggio in Fabbrica Italia Pomigliano anticipato rispetto a tutti gli altri dipendenti» e le dà «una posizione di privilegio che non ha alcuna ragionevolezza», continua la nota.

Nel comunicato si parla di «alcune distorsioni» che derivano dall'esecuzione della sentenza. «La Fiom - spiega l'azienda - ha inviato la lista dei suoi iscritti da cui selezionare le ulteriori 126 unità da assumere ai sensi della sentenza della Corte d'Appello di Roma del 19 ottobre. Tale lista risulta composta da 109 persone sicuramente iscritte perchè hanno richiesto all'azienda di operare la trattenuta della quota sindacale e altre 38 la cui effettiva iscrizione non è accertata, per un totale complessivo di 147 iscritti presunti. L'adempimento della decisione giudiziale determinerà pertanto l'assunzione in Fabbrica Italia Pomigliano del 100% degli iscritti Fiom attualmente in cassa integrazione straordinaria presso Fiat Group Automobiles (o dell'87% nell'ipotesi della effettiva iscrizione delle altre 38 persone). «Queste percentuali - prosegue Fabbrica Italia Pomigliano - risultano molto superiori a quelle di qualsiasi altra organizzazione sindacale e garantiscono agli iscritti alla Fiom un passaggio in Fabbrica Italia Pomigliano anticipato rispetto a tutti gli altri dipendenti in attesa di essere riavviati al lavoro in Fip o in Fiat Group Automobiles: una posizione di privilegio che non ha alcuna ragionevolezza».

Istat: il matrimonio è in crisi, aumentano le coppie di fatto

ROMA - In Italia, Paese familista per eccellenza, il matrimonio sembra essere sempre meno attraente. Ci si sposa meno e più tardi, preferendo magari convivere o rimanendo il più a lungo possibile nel «guscio» protettivo della famiglia di origine. A suggellare quella che è ormai una impressione generale è l'Istat, con un Report sui matrimoni in Italia pubblicato oggi.

Nozze in calo.
Nel 2011 sono stati celebrati 204.830 matrimoni, 12.870 in meno rispetto al 2010 e la tendenza alla diminuzione si è accentuata negli ultimi quattro anni (-4,5%). Il calo più marcato si è osservato in Sardegna, Campania, Marche e Abruzzo. Continua inoltre il calo dei matrimoni religiosi, meno 39 mila in quattro anni, anche se questa scelta resta prevalente (3 su 4). Diminuiscono anche i secondi matrimoni: da 34.137 del 2008 a 31.048 del 2011, ma la loro quota sul totale è in crescita dal 13,8% del 2008 al 15,2% del 2011.

Sempre più tardi.
Le nozze sono sempre più tardive: l'età media al primo matrimonio degli uomini è pari a 34 anni e quella delle donne a 31 anni.

Più convivenze.
La minore propensione al matrimonio è da mettere in relazione tra l'altro con la progressiva diffusione delle unioni di fatto, che - ricorda l'Istat citando il suo Rapporto annuale 2012 - da circa mezzo milione nel 2007 sono arrivate a quota 972 mila nel 2010-2011. In particolare, sono proprio le convivenze more uxorio tra partner celibi e nubili ad aver fatto registrare l'incremento più sostenuto, arrivando a un numero pari a 578 mila nel 2010-2011.

Molti restano con mamma e papà.
Accanto alla scelta dell'unione di fatto, poi, sono in continuo aumento le convivenze pre-matrimoniali, le quali possono avere un effetto sulla posticipazione del primo matrimonio. Ma è soprattutto la sempre più prolungata permanenza dei giovani nella famiglia di origine a determinare il rinvio delle prime nozze: nel 2010-2011 vive con mamma e papà il 50% dei maschi e il 34% delle femmine tra 25 e 34 anni di età. Questo fenomeno, per l'Istat, è dovuto a molteplici fattori: aumento della scolarizzazione, allungamento dei tempi formativi, difficoltà che incontrano i giovani nell'ingresso nel mondo del lavoro e condizione di precarietà del lavoro stesso, difficoltà di accesso al mercato delle abitazioni. L'effetto di questi fattori è stato amplificato negli ultimi quattro anni dalla crisi.

Quando lui o lei è straniero.
I matrimoni con almeno uno dei due sposi straniero sono in lieve ripresa dopo un calo negli ultimi anni: nel 2011 infatti sono state celebrate quasi 27 mila nozze di questo tipo (13% del totale dei matrimoni), circa 1.500 in più rispetto al 2010. La frequenza di questi matrimoni è più elevata laddove è più stabile l'insediamento delle comunità straniere, cioè al Nord e al Centro. I matrimoni misti sono stati 18 mila, il 68% delle nozze con almeno uno dei due straniero: nelle coppie miste, la tipologia più frequente è quella in cui lo sposo è italiano e la sposa è straniera (7,2% del totale delle celebrazioni, 14.799 nozze celebrate nel 2011) e il 10% nel Nord. Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono 3.206 nel 2011, l'1,6% del totale delle spose. I casi in cui entrambi gli sposi sono stranieri sono una minoranza (il 4,2% dei matrimoni totali) e si dimezzano quando si considerano solo quelli in cui almeno uno dei due sposi è residente in Italia.

sabato 24 novembre 2012

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lunedì 12 novembre 2012

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martedì 6 novembre 2012

Recensione del film : Il bambino con il pigiama a righe

Asa Butterfield è il piccolo Bruno nel film Il bambino con il pigiama a righeIl bambino con il pigiama a righe, adattamento del romanzo omonimo del giovane scrittore irlandese John Boyne, si inserisce pienamente in questo filone "infantile", senza tuttavia rinunciare a una rappresentazione lucida e realistica dell'orrore, lontana da qualunque edulcorazione o trasfigurazione fantastica sullo stile de La vita è bella. Al centro di questa storia c'è, infatti, l'incredibile amicizia tra due bambini: Bruno e Shmuel, l'uno figlio di un gerarca nazista promosso alla direzione di un campo di concentramento, e l'altro un indifeso ragazzino ebreo, internato assieme al padre proprio in quel campo. Bruno, bambino fantasioso e vivace, che adora gli aeroplani e le storie d'avventure, si trasferisce, assieme a tutta la famiglia, in una spettrale e solitaria casa nei pressi del campo di sterminio sotto la supervisione del padre. Mentre la sorella, di qualche anno più grande, si fa plasmare dall'ideologia nazionalsocialista propugnata dal padre e da un severo istitutore, Bruno riesce a fronteggiare il male, ergendo a schermo la propria innocenza e fantasia. E proprio la sua sete d'avventure, contrapposta ai freddi e razionalisti volumi di storia impostigli dal maestro, lo spingono a esplorare la campagna circostante l'abitazione, fino ad imbattersi nel campo di concentramento. Attraverso il filo spinato, Bruno vede un altro bambino, Shmuel, affamato, affaticato e vestito con una divisa a righe, con cui fa subito amicizia. L'innocenza di Bruno non gli consente immaginare neanche lontanamente la malvagità degli adulti. Si costruisce così una propria spiegazione, del tutto infantile e ingenua, ma di certo meno folle dell'abominio concepito dai nazisti: il campo non è altro che una fattoria, le divise a righe sono semplicemente dei pigiami, e i numeri di matricola con cui sono contrassegnati gli internati fanno solo parte di un gioco. Ma sarà Shmuel ad aprire pian piano gli occhi di Bruno, fino a fargli mettere in dubbio anche le azioni del padre, nei riguardi del quale aveva sempre riposto una completa fiducia. Purtroppo, entrambi i ragazzi saranno letteralmente travolti dall'orribile verità in cui hanno avuto la sfortuna di imbattersi.

A mio parere, ritengo che sia uno dei film piu incisivi che abbiano mai affrontato su questo tema.Veramente bello lo consiglio.